Come consuetudine in questo nuovo anno di attività di Camminare Insieme, al fine di "anticipare/agevolare" la riflessione in coppia, provvediamo ad allegare il testo introduttivo e la Parola relativa alla serata dal tema ASCOLTARE, che si terrà venerdì 14 dicembre p.v.:
ASCOLTARE: UNA SCELTA, UNA DECISIONE
Ognuno di noi ha sviluppato dei modi di ascolto che non sempre, consentono di entrare in contatto con ciò che l'altro/a, ci sta comunicando. Spesso ci costruiamo degli ostacoli all'ascolto, a causa di alcune paure:
- paure di sentire cose che non ci farebbero sentire accettati;
- paura di essere coinvolti nelle altre situazioni;
- paura di doverci mettere in discussione;
- paura di sentirci confermati nei nostri aspetti negativi, per i quali noi stessi non andiamo fieri;
- paura di scoprire il nostro coniuge diverso da quello che crediamo di conoscere o da quello che ci aspettiamo che sia.
Lei dice : “sono già le otto” ; Lui sente : “devo scappare” oppure “con te mi annoio”
Lui dice : “è un po’ salato” ; Lei sente : “non sai fare da mangiare”
Lei dice : “ti amo” ; Lui sente : “sei mio”
Il senso delle parole che pronunciamo o ascoltiamo, non è quello del dizionario, ma quello della nostra storia, dei nostri timori, delle nostre aspettative.
Come riuscire a comunicare ?
• Tentando di essere chiari e sentendoci responsabili di ciò che diciamo – parliamo semplicemente ed in modo trasparente di noi usando la prima persona invece di parlare dell’altro usando il “tu”;
• Imparando la lingua dell’altro.
Analizzando il nostro comportamento abituale ci rendiamo conto di come vogliamo apparire agli occhi degli altri. Per esempio, di fronte alla frase "Ho avuto alcuni problemi sul lavoro", la nostra reazione abituale dell'ascolto può essere duplice:
• quello di mostrarci come una persona efficiente agli occhi degli altri, dando consigli e trovando soluzioni;
• quello di mostrarci come una persona accogliente cercando di minimizzare il problema accaduto;
In entrambi i casi non ascoltiamo veramente il nostro interlocutore.
Ascoltare veramente, non significa solo prestare attenzione alle parole, ma accettare la persona che sta parlando. Ascoltare vuol dire dare importanza alla persona che parla e vivere ciò che sta comunicando, facendo diventare importanti anche per noi, i problemi che ci vengono comunicati. Quando ascoltiamo veramente, incoraggiamo l'altro a dirci di più e facciamo domande per capire meglio colui che parla, attraverso le sue risposte.
Possiamo ripetere ciò che abbiamo capito per ulteriore verifica, ma senza formulare giudizi e senza metterci sulla difensiva. Ascoltiamo ciò che vuole comunicarci anche attraverso il modo con cui si muove, in cui sta seduto, con cui muove le mani, dove sta guardando …)
Noi tutti abbiamo bisogno di essere ascoltati perché abbiamo bisogno di essere amati e di essere considerati importanti e speciali per chi ci ascolta. Attraverso l'ascolto costruiamo un più profondo rispetto l'uno per l'altro ed un forte senso di appartenenza e vicinanza.
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Luca 1,26-37
26 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. 28 L'angelo, entrato da lei, disse: «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te». 29 Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». 34 Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» 35 L'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. 36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile; 37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace».
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