Sarà l'occasione per un pranzo a base di specialità etiopi.
La cucina etiope risente sia della collocazione geografica che della lunga storia e tradizioni del Corno d'Africa.
Per prima cosa è influenzata dalla cultura araba e quindi si vede l'ampio ricorso a spezie come cannella, chiodi di garofano, noce moscata, zafferano, curcuma, cardamomo, peperoncino e coriandolo oltre che l'uso del melograno e del suo succo. Ci sono poi le influenze dell’epoca coloniale a partire dai portoghesi che verosimilmente introdussero nell'Africa Orientale la coltivazione di mais, peperoni, pomodori, peperoncino, agrumi ed ananas, nonché l’allevamento dei suini.
Il piatto forte è lo zighinì, cioè lo spezzatino di carne (pollo, manzo, montone o agnello) cotto in modo lento con cipolla e verdure. Oppure le carni possono venire solo scottate (tibsi) o lasciate crude (kitfo) ma vengono sempre accostate a verdure, soprattutto legumi, come lenticchie, fave e patate. Sulle carni poi si sparge il berberé, ingrediente base della cucina etiope, una miscela a base di cardamomo, cumino, pepe, zenzero e cannella. Tra i piatti tipici c'è anche il doro wat, uno stufato di pollo cucinato con burro e peperoncino.
Le pietanze sono servite sull’injera, una sorta di piadina morbida prodotta con il teff, un cereale tipico dell’Etiopia e dell’Eritrea.
Per quanto riguarda i dolci, ce n'è uno a base di patate dolci che si chiama yeteqeqqele sikwar dinich (e buona fortuna a pronuncialo bene).
Le bevande sono per lo più aromatizzate con essenze naturali come lo Yetringo t’ej a base di miele e limone, la T’ella birra tipica, la Yebirtukan t’ej aromatizzata all’arancia, il Suff con semi di girasole e la Katikala, nota come la “vodka etiope” perchè ha oltre 35°.
Tuttavia da incoronare è il caffè che in Etiopia si chiama bunna. Secondo la leggenda, il caffè come bevanda fu inventata proprio qui quando un pastore, chiamato Kaldi, mentre portava a pascolare le capre, pare nella regione di Kaffa, queste incontrando una pianta di caffè e cominciarono a mangiare le bacche e a masticare le foglie. Arrivata la notte le capre anziché dormire si misero a vagabondare con energia e vivacità mai espressa fino ad allora. Vedendo questo il pastore ne individuò la ragione e abbrustolì i semi della pianta mangiati dal suo gregge, poi le macinò e ne fece un'infusione, ottenendo il caffè.
Per saperne di più sulla cucina tipica dell'Etiopia cliccate qui e qui (o ci vediamo il 2 giugno!)
Pare che il nome caffè/coffee derivi proprio dalla regione del Kaffa in Etiopia. Lo zighinì è meglio chiamarlo Siga-wot ad Addis Abeba. Zighinì è in lingua tigrina parlata in Eritrea e nel nord dell'Etiopia mentre la lingua ufficiale dell'Etiopia è l'amarico da cui Siga-wot (letteralmente stufato di manzo).
RispondiEliminaÈ custodita da un guardiano e ha ossessionato storici e ricercatori. Si trova ad Axum, in quella valle che nasconde tanti misteri
RispondiEliminaLa stele trafugata da Mussolini è stata riportata nel 2005 ad Axum ed eretta di nuovo nel 2008 laddove era in origine.
RispondiEliminaBella Axum con il parco delle steli, il tempio dell'Arca dell'Alleanza e la residenza della Regina di Saba.
L'Etiopia ha innumerevoli posti degni di essere visitati e, spesso, i più belli sono i meno "turistici".
Tutta la zona nord dell'Etiopia è fantastica con innumerevoli chiesette rupestri scavate nella roccia, paesaggi mozzafiato con villaggi sperduti incastonati nella pietra fino a 3000 m di quota. Bellissime le notti stellate e silenziose sull'altopiano etiope dove percepisci l'infinito...
RispondiElimina