domenica 2 dicembre 2012

Ascoltare: una scelta, una decisione - Dicembre 2012

Come consuetudine in questo nuovo anno di attività di Camminare Insieme, al fine di "anticipare/agevolare" la riflessione in coppia, provvediamo ad allegare il testo introduttivo e la Parola relativa alla serata dal tema ASCOLTARE, che si terrà venerdì 14 dicembre p.v.:

ASCOLTARE: UNA SCELTA, UNA DECISIONE

Ognuno di noi ha sviluppato dei modi di ascolto che non sempre, consentono di entrare in contatto con ciò che l'altro/a, ci sta comunicando. Spesso ci costruiamo degli ostacoli all'ascolto, a causa di alcune paure:

- paure di sentire cose che non ci farebbero sentire accettati;

- paura di essere coinvolti nelle altre situazioni;

- paura di doverci mettere in discussione;

- paura di sentirci confermati nei nostri aspetti negativi, per i quali noi stessi non andiamo fieri;

- paura di scoprire il nostro coniuge diverso da quello che crediamo di conoscere o da quello che ci aspettiamo che sia.

Lei dice : “sono già le otto” ; Lui sente : “devo scappare” oppure “con te mi annoio”

Lui dice : “è un po’ salato” ; Lei sente : “non sai fare da mangiare”

Lei dice : “ti amo” ; Lui sente : “sei mio”

Il senso delle parole che pronunciamo o ascoltiamo, non è quello del dizionario, ma quello della nostra storia, dei nostri timori, delle nostre aspettative.

Come riuscire a comunicare ?

• Tentando di essere chiari e sentendoci responsabili di ciò che diciamo – parliamo semplicemente ed in modo trasparente di noi usando la prima persona invece di parlare dell’altro usando il “tu”;

• Imparando la lingua dell’altro.

Analizzando il nostro comportamento abituale ci rendiamo conto di come vogliamo apparire agli occhi degli altri. Per esempio, di fronte alla frase "Ho avuto alcuni problemi sul lavoro", la nostra reazione abituale dell'ascolto può essere duplice:

• quello di mostrarci come una persona efficiente agli occhi degli altri, dando consigli e trovando soluzioni;

• quello di mostrarci come una persona accogliente cercando di minimizzare il problema accaduto;

In entrambi i casi non ascoltiamo veramente il nostro interlocutore.
Ascoltare veramente, non significa solo prestare attenzione alle parole, ma accettare la persona che sta parlando. Ascoltare vuol dire dare importanza alla persona che parla e vivere ciò che sta comunicando, facendo diventare importanti anche per noi, i problemi che ci vengono comunicati. Quando ascoltiamo veramente, incoraggiamo l'altro a dirci di più e facciamo domande per capire meglio colui che parla, attraverso le sue risposte.

Possiamo ripetere ciò che abbiamo capito per ulteriore verifica, ma senza formulare giudizi e senza metterci sulla difensiva. Ascoltiamo ciò che vuole comunicarci anche attraverso il modo con cui si muove, in cui sta seduto, con cui muove le mani, dove sta guardando …)

Noi tutti abbiamo bisogno di essere ascoltati perché abbiamo bisogno di essere amati e di essere considerati importanti e speciali per chi ci ascolta. Attraverso l'ascolto costruiamo un più profondo rispetto l'uno per l'altro ed un forte senso di appartenenza e vicinanza.

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Luca 1,26-37

26 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. 28 L'angelo, entrato da lei, disse: «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te». 29 Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». 34 Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» 35 L'angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio. 36 Ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia; e questo è il sesto mese, per lei, che era chiamata sterile; 37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace».

martedì 13 novembre 2012

Politiche locali e sinergie fra comuni a sostegno delle famiglie - 16 novembre 2012


L’associazione di volontariato famigliattiva invita al convegno


Politiche locali e sinergie fra comuni a sostegno delle famiglie

Tavola rotonda con i sindaci dei Comuni serviti dall’Istituto Comprensivo di Palmanova

16 novembre 2012 – ore 20.30

Oratorio San Marco – Contrada Garibaldi, 7 – Palmanova


Interverranno:

Donato Corcione - presidente Ass. Volontariato famigliattiva

prof. Mauro Cecotti - dirigente Scolastico Ist. Compr. Palmanova

mons. Angelo Del Zotto - vicario foraneo di Palmanova

don Vincenzo Salerno - direttore della comunità La Viarte onlus

Roberto Fedele - sindaco Comune di Trivignano Udinese

Francesco Martines - sindaco Comune di Palmanova

Igor Treleani - sindaco Comune di Santa Maria La Longa

Modererà la dott.ssa Monica Del Mondo

Ingresso libero – vieni a portare il tuo contributo

per informazioni e suggerimenti: www.famigliattiva.org
famigliattiva@gmail.com


giovedì 11 ottobre 2012

CORSO DI FORMAZIONE: “DALLA PARTE DEI RAGAZZI MA COME GENITORI” - Ottobre 2012/Febbraio 2013

Vi segnalo questa serie di incontri organizzati da "La Viarte" di S.ta Maria la Longa. I temi sembrano interessanti: la partecipazione è gratuita e l'iscrizione può essere fatta anche nelle serate stesse.

DC


"DALLA PARTE DEI RAGAZZI MA COME GENITORI"

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI

1. Generare figli responsabili
Don Vincenzo Salerno, pedagogista
Venerdì 26 ottobre 2012
Santa Maria la Longa – sede Ass. La Viarte onlus, via Zompicco, 42

2. Motivare allo studio è ancora possibile?
Dino Del Ponte, psicopedagogista
Venerdì 9 novembre 2012
Palmanova – Salone d’onore del Comune, piazza Grande, 1

3. La prevenzione del rischio delle devianze
Daniele Lovo, sociologo
Venerdì 23 novembre 2012
Palmanova - Salone d’onore del Comune, piazza Grande, 1

4. Come educare alla valorizzazione dei rapporti affettivi (Educare alla responsabilità nella scoperta del sesso)
Dino Del Ponte, psicopedagogista
venerdì 7 dicembre 2012
Palmanova - Salone d’onore del Comune, piazza Grande, 1

5. Educare nello sviluppo frenetico delle nuove tecnologie
Diego Zanelli, psicologo
Venerdì 11 gennaio 2013
Palmanova – Salone d’onore del Comune, piazza Grande, 1

6. La partecipazione alla pratica sportiva: c’è davvero bisogno del campione?
Vincenzo Salerno, pedagogista
Venerdì 25 gennaio 2013
Bicinicco – Centro Aggregazione don Andrioli, via Regina Pacis 6

7. Essere responsabili nel gruppo degli amici
Roberto Albarea, pedagogista
Venerdì 8 febbraio 2013
Bicinicco – Centro Aggregazione don Andrioli, via Regina Pacis 6

8. Cittadini attivi non si nasce. Come si diventa?
Gabriella Burba, sociologa
Venerdì 22 febbraio 2013
Santa Maria la Longa – Salone degli Alpini, area dei festeggiamenti
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Ass. La Viarte onlus
Via Zompicco, 42
33050 – Santa Maria la Longa (UD)
Tel e fax: 0432/995050

Email: cslaviarte@salesianinordest.it

www.laviarte.com

mercoledì 3 ottobre 2012

"Ho Bisogno di te" - Ottobre 2012

Ciao a tutti,
come emerso nel corso dei nostri incontri di settembre, provvediamo ad inviarvi in anticipo la traccia introduttiva ed il brano che abbiamo estratto dalla Bibbia, per la serata del 12-10-2012.

Lo scopo di questo esperimento è quello di dare la possibilità a tutti di cominciare a riflettere e a confrontarsi in coppia sull'argomento.

HO BISOGNO DI TE

Ho veramente bisogno di te proprio quando la velocità della vita mi supera, quando le cose da fare sono troppe, quando gli impegni che prendiamo singolarmente oppure i diversi turni di lavoro, non ci permettono di fermarci un attimo a fare il punto. Ho bisogno di te perché quando sono esausto/a, quando non ricevo un apprezzamento e/o una carezza, una frase gentile o quando mi sembra di non essere abbastanza apprezzato/a per quello che faccio, desidero solo di fermarmi e chiedermi : perché lo sto facendo? In quel momento sento che ho bisogno di te. Ho bisogno di sapere dove sei, cosa fai, cosa pensi, … ho bisogno di averti vicino/a per stringerti, annusarti, baciarti … senza dire una parola. Ho bisogno della tua presenza silenziosa per sapere che ci sei, che insieme stiamo costruendo qualcosa che ha un senso; che tutti i litigi e le corse hanno un loro perché. Ho bisogno di sapere che io e te siamo una squadra che si completa. Che a volte segni tu e io difendo e che a volte io segno, ma tu hai difeso, spinto e fatto l’assist lasciandomi tirare a porta vuota. Ho bisogno di sapere che siamo una cosa sola che si completa e che sempre da qui possiamo ripartire. Ho bisogno di te per sentirmi amato/a, per avere il coraggio di ammettere che da solo/a non posso farcela e ho sempre bisogno di sentirmi perdonato/a.

Genesi (2,18-24)

Disse ancora il Signore Dio: «Non è bene che l'uomo sia solo; facciamogli un aiuto simile a lui». (…) Ma per Adamo non si trovava un aiuto simile a lui. Mandò dunque il Signore Dio ad Adamo un sonno profondo; ed essendosi egli addormentato, gli tolse una delle coste, e ne riempì il luogo con della carne. E con la costa che aveva tolta ad Adamo, formò il Signore Dio una donna, e gliela presentò. E disse Adamo: «Ecco, questo è un osso delle mie ossa, e carne della mia carne; questa sarà chiamata donna, perchè è stata tratta dall'uomo. Perciò l'uomo lascerà il padre e la madre, e si stringerà a sua moglie, e saranno due in un corpo solo».


Buona riflessione
Cristina e Denis

martedì 25 settembre 2012

Invito agli incontri di Camminare Insieme 2012-2013




Carissime Coppie,
a febbraio del 2007 nella Parrocchia di Palmanova si è dato inizio ad una nuova iniziativa in seguito denominata “Camminare Insieme”. Si tratta di un’attività nata e sostenuta da coppie e la cui finalità è la coppia stessa. Riteniamo infatti che questa sia il nucleo base da cui ogni cosa ha inizio; i figli, la famiglia, la
comunità… tutto è conseguenza!
Questa funzione vitale però raramente le viene riconosciuta e, nel vivere quotidiano, la coppia viene abitualmente “data per scontata”. Eppure per adempiere al meglio, necessita dei suoi spazi, dei suoi tempi, dei suoi luoghi … per rinnovarsi e per “ripulire periodicamente la polvere” che il tempo, la routine, le attività quotidiane le depositano sopra.

Camminare Insieme desidererebbe offrire un paio di ore dedicate a “io e te” a “tu ed io”, per riflettere e scambiarci reciprocamente i nostri pensieri e le nostre considerazioni, su alcuni argomenti di vita quotidiana che abitualmente “maciniamo” nella velocità del sopravvivere. Questo vuole essere un invito alle coppie che ritengono che questi incontri possano essere “utili scuse” per ricavare nelle nostre agende, del “tempo per noi due”.

Le serate previste per l’anno 2012-13 prevedono i seguenti argomenti:

- 12 ottobre : Ho bisogno di te
- 9 novembre : La tenerezza
- 14 dicembre : Ascoltare
- 11 gennaio : I cinque linguaggi dell’amore
- 8 febbraio : Le parole di rassicurazione
- 8 marzo : I momenti speciali
- 12 aprile : Ricevere doni
- 10 maggio : I gesti di servizio
- 14 giugno : Il contatto fisico

Tutti gli incontri si terranno dalle ore 20,30 alle 22,30 presso l’oratorio San Marco in Contrada Garibaldi n.7 a Palmanova e le porte sono aperte a tutti. Si prevede inoltre un servizio di baby-sitting. Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza di Camminare Insieme, è disponibile il blog : http://camminsieme.blogspot.it

Nella speranza di poter conoscere molte nuove coppie palmarine e non, vi auguriamo un buon anno pastorale.

A presto
Il Gruppo “Camminare Insieme”

Per info: Cristina e Denis tel. 0432/923372

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Si consiglia la lettura di "I cinque linguaggi dell'amore" di Gary Chapman

domenica 2 settembre 2012

Programmi degli incontri Settembre 2012 - Giugno 2013

Il tempo delle vacanze sta purtroppo volgendo verso il termine e tutti stiamo pensando con un po’ di rammarico, alla vicina ripresa delle varie attività (lavorativa, scolastica, sportiva, sociale, …). La normalità sta incombendo … dopo questo “magico” periodo estivo di astensione dalla routine, durante il quale abbiamo riposato e fatto le cose a cui normalmente non “pensiamo” nemmeno, durante la “normalità” delle altre tre stagioni. Anche per il nostro gruppo di Camminare Insieme sta per avvicinarsi il momento della ripresa delle attività. Lo vorremmo fare anche quest’anno in modo progressivo.

Per questo motivo vi invitiamo quindi a trascorrere qualche ora insieme alle ore 19,00 in Duomo per la Santa Messa e a seguire pizzata in pizzeria

La cosa si farà sia sabato 15 che sabato 22 !!!

A vostro piacere, chi vuole viene il 15 e chi preferisce viene il 22.

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Gli incontri di Camminare Insieme nell'anno 2012-13, si terranno il secondo venerdì di ogni mese a partire da ottobre.
Appuntamento alle ore 20,30 presso l'oratorio in Contrada Garibaldi 7 a Palmanova.
Per maggiore precisione e per dar modo a tutti di programmare anche eventuali altre attività, le serate si terranno :
  • 12 ottobre 2012
  •   9 novembre
  • 14 dicembre
  • 11 gennaio 2013
  •     8 febbraio
  •     8 marzo
  • 12 aprile
  • 10 maggio
  • 14 giugno

In data di oggi è stata prenotata la sala dell'oratorio.

Certi di scontentare molti e nella speranza di accontentare qualcuno..., preferiamo individuare un calendario preciso, in modo da fare chiarezza a chi deve organizzare le varie attività familiari o di altre associazioni, per poter decidere o meno di ... Camminare Insieme.

Certi che saprete capire e perdonare, nella speranza di trovarvi comunque numerosi, vi auguriamo una Buona Domenica.
IMPORTANTE: per prepararci all’incontro vi chiediamo cortesemente di prendervi 5 minuti e di rileggere la traccia della serata di maggio 2012 sul nostro blog: "Io e Te. A cura di Denis e Cristina". Questo potrebbe aiutarci ad individuare un obiettivo comune su cui convergere evitando spiacevoli incomprensioni ed il dilatarsi dei tempi su spiegazioni  ripetitive e ridondanti.

In attesa di potervi incontrare e di sapere come avete trascorso le vostre meritate vacanze, vi abbracciamo e vi auguriamo di continuare ancora per un po’ di rimanere “avvolti” dai tepori estivi…

A presto

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PS: molto utile potrebbe essere guardare in coppia il film : "CASOMAI". MOLTO, MOLTO INTERESSANTE !!! Sarebbe bello farlo girare e vederlo prima dell'incontro, per scambiarci eventuali opinioni in merito !!!

mercoledì 25 luglio 2012

Vi segnaliamo una ONLUS: Informatici Senza Frontiere


A chi legge il nostro blog e quindi ha almeno un'infarinatura d'informatica, segnaliamo una ONLUS ahce si chiama Informatici Senza Frontiere” (ISF)

ISF si occupa di progetti di volontariato legati alle infrastrtutture IT. Esempi includono la creazione di postazioni internet negli ospedali pediatrici, o creare aule informatiche per segmenti della popolazione più svantaggiati o andare in Africa a informatizzare gli ospedali anche in zone remote o creare strutture IT ad uso di settori della popolazione più svantaggiati.

I progetti recenti includono:
Chi volesse saperne di più il loro sito è: http://www.informaticisenzafrontiere.org 






martedì 26 giugno 2012

"Benandanti a Palma" - 26 giugno 2012



BENANDANTI A PALMA
Le voci dei benandanti davanti al tribunale dell'Inquisizione


Palmanova, martedì 26 giugno
Chiesa di San Francesco, ore 20.45

La storica Giuseppina Minchella ci conduce nel misterioso mondo dei benandanti Massimo Somaglino, Luisa Graffiti e Alberto Prelli danno voce ai personaggi della storia. 



domenica 3 giugno 2012

Cena Etiope di fine incontri - 2 Giugno 2012

Cari amici,
dentro di noi oggi stiamo ancora vivendo le belle sensazioni di ieri. Volevamo ringraziare di cuore Almaz per tutto il lavoro svolto in cucina iniziato già dalla mattina e per averci fatto assaporare i cibi dell'Etiopia con tanto amore e simpatia. Massimo per la sua vicinanza ed entusiasmo e il piccolo Daniele per aver retto in piedi fino a tarda ora, permettendoci di vivere tutto questo.
GRAZIE di cuore!!!
Il clima è stato positivo e siamo stati bene insieme. Una ventata di leggerezza, amicizia, condivisione, uno stacco dalla vita frenetica.
Il rito del caffè finale ha concluso la serata ed è stato un elogio alla lentezza, all'accoglienza, alle relazioni, alle cose fatte con piacere e non "bruciate" in cinque minuti al bar e inserite nella fretta quotidiana.
Che bello!!! Una chiusura con i fiocchi, quest'anno... e per Almaz e Massimo uno particolare colorato di rosa o di azzurro.

Un abbraccio a tutti







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L'Etiopia é suddivisa in 11 regioni:

1. Addis Abeba
2. Afar
3. Amhara
4. Benishangul-Gumaz
5. Dire Dawa
6. Gambela
7. Harar
8. Oromia
9. Somali
10. Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud
11. Tigrè

sabato 26 maggio 2012

Maggio 2012: Io e Te. A cura di Denis e Cristina


IO e TE...

Il tema principale di questa serata è quello che riporta tutti gli sforzi educativi alla loro origine: prima di essere genitori, siamo sposi. Questa verità abbastanza evidente, viene spesso dimenticata; non tanto dalle intenzioni, quanto dalla prassi. Tempo, energie, risorse, pensieri, sogni… Insomma tutto quanto anima la vita di una famiglia può essere speso primariamente per i figli, dimenticando quel lieto fondamento, che è l’evento sponsale.
Lo stimolo di queste nostre serate, è quello di aiutare le coppie a riprendersi in mano, a darsi tempi di qualità, per arricchirsi e così evitare lontananze pericolose. L’illusione che basta amarsi una volta per amarsi per sempre, e intanto fare altro come crescere i figli, vedere dei genitori, far carriera, … è una tentazione estremamente pericolosa; e oggi, forse più di ieri, questo stile “a struzzo” può portare a delle conseguenze poco piacevoli e difficili da gestire.
La relazione coniugale è una realtà quanto mai dinamica, è un equilibrio delicatissimo sempre da ricercare attraverso il confronto con le nuove situazioni. Nessuna coppia può illudersi che questo processo sia raggiunto una volta per tutte e smettere di cercarlo. La vita comune cambia, si evolve, si ela­bora, si approfondisce, si amplia. Esserne consapevoli consente alle due personalità di non porsi in contrapposizione e di maturare nella conside­razione della nuova entità che è il "noi". Tutto ciò richiede un processo di maturazione che può costare fatica e sofferenza, e a volte può creare conflitti. Questi ultimi, però, se non sono esasperati, ma ben gestiti ed affrontati, possono risulta­re positivi perché chiariscono alcune questioni, aiutano a valutare il pro­prio rapporto ed accelerano i necessari cambiamenti.
Nella coppia ciascuno dovrebbe sentirsi responsabile della libertà dell'altro, permettendo e provvedendo a far sì che l’altro possa esprimere così la sua dignità, i suoi diritti, le sue capacità. In questo modo nella coppia si pongono le basi per far crescere il rispetto da cui nasce il dialogo e la pace. Per que­sto si dice che il matrimonio è la comunione di un "TU" e non di due "IO". Il "TU" indica il primato della libertà e dei diritti dell'altro, l’”IO” invece sottolinea il primato della “mia” libertà e delle “mie” attese. Quando questa attenzione a costruire la libertà dell'altro è reciproca, si attua il cammino d'amore, un cammino di autentica e radicale promozio­ne dell'uomo e della donna.



Quando invece le emergenze della nostra quotidianità ci sovrastano, il rischio concreto è quello di non vivere il matrimonio come la comunione di un TU, ma come due IO indipendenti e autonomi. A quel punto Io e Te siamo gli ultimi. Io sono il penultimo e dopo ci sei tu. La tua presenza è per me sicura, certa e quindi puoi aspettare. Io e te veniamo sempre dopo tutto il resto. Il lavoro (che è un obbligo se vogliamo mangiare un paio di volte al giorno, ma anche un piacere che gratifica e dà soddisfazione, appagamento grazie ai risultati e ai riconoscimenti in denaro, carriera, apprezzamenti …); la casa (stira, lava, pulisci, prepara da mangiare, ripara, sistema, fai la manutenzione …, il mutuo, le bollette, i disguidi e i contrattempi); la spesa e/o le compere, gli acquisti; i figli …,la loro crescita, il loro sviluppo, la loro salute,… la scuola, i professori; i documenti per il 730, IMU-ICI,…; i miei/tuoi genitori (la loro casa, la loro salute, le loro richieste che ci intralciano …); lo sport, la palestra,…; gli amici, i miei hobbies, …; le attività ricreative dei bambini (sport, musica, inglese, catechismo,…); le riunioni serali per le attività che ci impegnano “singolarmente” (ma che ci appagano per i motivi di spunto che ci offrono, di relazione con gli altri, di realizzazione personale attraverso l’apprezzamento che riceviamo proprio dagli altri,…). Tempo per tutti e per tutto: poco e spesso di scarsa qualità. Molta velocità; molte cose che ci fanno pensare poco e male, e che solitamente ci lasciano stremati…
Ma io e te? Tu ed io quando ci incontriamo? Quando ci parliamo di qualcosa che non sia il programma delle cose da fare, delle urgenze? So veramente come stai? Come ti sei sentita durante questa giornata? Questa settimana? Cosa hai pensato? Sei felice?...
Posso veramente essere escluso da tutto questo? Da questa parte della tua vita? Desidero veramente essere uno spettatore distratto, della tua vita?

Un luogo/tempo dove poter riflettere su tutto questo è quello che noi pensiamo debba essere Camminare Insieme. Un luogo di ricarica per la coppia; un posto dove pulire la polvere che si è posata su di noi, sulla nostra storia. Riteniamo che altri siano i luoghi del fare, del sociale, della politica, della carità, del culturale, dello storico, … Questo è il luogo mio e tuo e, se sono veramente sincero, degli amici che ho a fianco. Questo sarà il punto da cui ci piacerebbe ripartire a settembre con chi ci vorrà stare. Se non sarà possibile ripartire da qui, non vivremo nessuna delusione o rammarico, perché per noi è stato comunque meraviglioso, in questi anni, Camminare Insieme a voi. Grazie.
Con Amicizia

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O Signore Gesù,
aiutaci a vedere in ogni uomo
un fratello per il qual tu sei venuto.
Aiutaci ad essere persone libere e responsabili,
che sanno accettare e rispettare l'altro
nella sua diversità e nei suoi difetti:
persone capaci di profonda comunicazione,
che sanno donare e ricevere;
che vincendo l'indifferenza e l'estraneità
sanno condividere e immedesimarsi nell'altro
per soffrire e godere insieme;
persone consapevoli dei propri limiti,
che accettano l'integrazione degli altri
in un'attiva collaborazione.
O Signore Gesù, insegnaci Tu a perdonare
come Tu hai perdonato, ad amare come Tu hai amato.
O Signore, non lasciarci arroccati nel nostro piccolo io,
barricati dietro le nostre attese,
ma rendici persone aperte, capaci di vero amore,
sorgente di comunione tra gli uomini.
Amen
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Genesi 2, 15-17

Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».

Cari amici un saluto fraterno e un augurio sempre di buon “viaggio” in quella che è la Parola di vita che il Signore ci dona sempre. E’ sempre bene smarcarsi dalla tentazione di venirne a contatto con l’intento che attraverso di essa possiamo suffragare le nostre intenzioni, i nostri ragionamenti. Essa ci precede, ci fonda. L’intento di aver scelto questi 3 versetti di Genesi ricalca questo desiderio: un viaggio ai primordi per ricercarne e gustarne l’origine, il fondamento. Quel “TU” che ho posto in neretto è la prima parola che nella Bibbia Dio rivolge all’uomo e con questo lo porta al riconoscimento di un IO, di un proprio volto, di un proprio nome, una coscienza, una storia… Questo giardino, in cui viene posto l’uomo, presenta uno spazio nel quale si è posti per vivere, nella presenza di Dio, un’alleanza, un rapporto privilegiato. In questo contesto si vive come soggetti di relazione, capaci di dialogare nella responsabilità di un progetto entro il quale si giunge a maturazione come persone. A fronte di una tale offerta di possibilità di espressione di vita vi è anche un invito che assume le tinte del comando, dell’ingiunzione a saper mantenere un certo rapporto, a non travalicare un determinato limite oltre il quale non si è più in grado di sentirsi in vera comunione.. Il testo è chiaro: l’uscire da questo contesto porta alla “morte” come soggetto capace di entrare in relazione. L’essere nel giardino conserva nella vitalità di essa; uscirne indica invece l’entrare nel deserto che conduce alla morte vissuta come incapacità di intessere relazioni autentiche e non “avvelenate” dal dominio della brama di possedere. Ora due accenni-piste di riflessione:
-         In che modo percepiamo il fondamento della nostra relazione IO-TU come qualcosa che ci precede e che cogliamo come donatoci da Dio?
-         Quali sono i “giardini” nei quali sentiamo che percepiamo l’equilibrio del nostro saper rapportarci con i Tu e in particolare la persona che Dio ci ha posto accanto?
-         Quali episodi indicano invece che “sconfiniamo” in contesti di “morte”?

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Giovanni 21,15-19
Quand'ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità ti dico che quand'eri più giovane, ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. E, dopo aver parlato così, gli disse: «Seguimi».

Siamo al termine del vangelo di Giovanni. Nei primi vv. del cap. 21 Pietro scoraggiato e sfiduciato dice: “io vado a pescare”, alludendo al suo ritornare alla vita di sempre, dopo la meravigliosa avventura vissuta con Gesù. Nel cuore l’amarezza di averlo rinnegato e di vedere infranti tutti i sogni. Ma Gesù si manifesta nuovamente ai suoi discepoli e Pietro lo riconosce subito. Segue il dialogo che viene riportato.
E’ un dialogo nel quale si vuole ricostruire la relazione, una relazione fatta tra pari, tra amici, libera dal rimorso e dalla paura. Gesù prende l’iniziativa: “ Mi ami più di costoro?” Pietro non può negare la verità, ma non può dire che il suo amore sia superiore a quello degli altri: gli pesa il rinnegamento. Gesù comprende e gli pone la domanda: ‘Mi ami?’, senza fare più confronti e Pietro ancora risponde consapevole della sua debolezza. Sa che il suo è un amore fragile: non si basa più sulle sue forze. Allora Gesù si pone al suo livello: ‘Mi vuoi bene?’, cioè mi accontento di quello che tu riesci a darmi perché hai sperimentato la pochezza della tua capacità: senza di me non potete far niente. Per tre volte Pietro ha rinnegato Gesù, per tre volte lo riconferma nell’amore accontentandosi di quello che gli potrà dare. L’unica cosa che Gesù vuole è ricostruire il loro rapporto, il loro dialogo. Nella gioia e nella libertà di un rapporto ricostruito, Pietro ha capito nell’intimo, che solo nel ravvivare il rapporto col suo Signore sarà in grado si mettersi al servizio dei fratelli. Con questa consapevolezza, anzi, in questa consapevolezza Gesù gli ridà piena fiducia e gli ridice: ‘Seguimi!’. Guarda a me e tutto il resto ti sarà dato in più.  

In sintesi e con applicazione alla coppia: solo vivendo un rapporto vero e sincero, con il Signore prima e come coniugi poi, si può avere/attingere la forza per educare i figli e per dare il proprio contributo alla comunità cristiana e civile. 

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Quando ci siamo fermati l’ultima volta a parlare veramente a cuore aperto per dirci come stiamo e dove stiamo andando?



Quando è stata l’ultima volta che abbiamo dedicato il giusto tempo a fare l’amore senza che questo fosse “un’altra cosa da fare”? Quando ci siamo presi per mano l’ultima volta e abbiamo avuto il coraggio di pregare insieme?



Come stai? Come sto? Quando ne abbiamo parlato l’ultima volta?



Quanto mi manchi quando sei lontano? Quali paure provo? Cosa desidererei dirti? Mi basta un SMS?



Quando mi hai visto piangere l’ultima volta? Ti ho spiegato il perché? Cos’hai pensato di me? E quando è stata l’ultima volta che abbiamo riso tanto, insieme?



Quali sono le ragioni che mi hanno portato ad essere la persona che sono? Del mio modo di essere? Ti ho parlato della mia storia nella mia famiglia di origine, per farti comprendere le mie difficoltà a parlare di me, a scriverne?



Davanti a questa crisi economica e a questo cambiamento sociologico che stiamo vivendo, ti ho mai detto che l’unica cosa che conta veramente, sopra ad ogni cosa, siamo io e te, con i nostri bambini? Desidero dirtelo? Ne ho paura o forse ne sono imbarazzato?



Penso veramente che si possa vivere senza fermare la nostra corsa, per pensare un po’ a noi?



Quanto fastidio mi provocano queste domande? Perché? Te lo avevo già spiegato?



Ma queste domande sono utili alla nostra vita oppure ci creano dei problemi, delle difficoltà?


Convegno: "Ragazzi digitali. Per un uso consapevole dei nuovi media" - sabato 26 maggio 2012


Gentilissimi,

siete calorosamente invitati ai due convegni conclusivi del progetto "Ragazzi digitali. Per un uso consapevole dei nuovi media". Il progetto - finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia -  è stato realizzato dall'Ass. La Viarte onlus in partnership con l'Isis "Malignani" di Udine, il "Bearzi" di Udine ed il "Mattei" di Latisana. Nella somministrazione dei questionari on line si sono uniti anche l'Isis "Malignani" di Cervignano del Friuli e l'Isis "Stringher" di Udine.

La finalità è l'educazione ad un utilizzo responsabile delle nuove tecnologie dentro e fuori la scuola.

RAGAZZI DIGITALI: QUALI SFIDE EDUCATIVE?
Giovedì 31 maggio 2012
aula magna ISIS “Mattei” di Latisana (UD)
11:00 Saluti del Dirigente Scolastico Ada LANTERO e delle Autorità
11:15 Ragazzi digitali: uno sguardo al progetto Cristian VECCHIET
11:30 Giovani immersi nel digitale: i dati dei questionari Paolo TOMASIN, Dino DEL PONTE
12:00 In medium spot. Lo slogan dei ragazzi alcuni studenti con Diego ZANELLI e Antonio VIZZA
12:15 La parola ai ragazzi. Presentazione delle attività sperimentali alcuni ragazzi delle classi sperimentali con i loro docenti
12:30 Ragazzi e professori in dialogo. Tavola rotonda con ragazzi e docenti condotta da Diego ZANELLI
13:10 Conclusioni Prof.ssa Claudia PITTON

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Sabato 26 maggio 2012
aula magna ISIS “A. Malignani” di Udine

9:00 Saluti del Preside e delle autorità
9:15 Ragazzi digitali: uno sguardo al progetto Cristian VECCHIET – Centro Studi La Viarte
9:30 Giovani immersi nel digitale: i dati dei questionari Paolo TOMASIN e Gabriella BURBA - sociologi Dino DEL PONTE - psicopedagogista
10:00 In medium spot. Lo slogan dei ragazzi alcuni studenti con Diego ZANELLI e Antonio VIZZA - educatori
10:15 Il compito della scuola: tecnologie e senso critico. Marco GUASTAVIGNA – MED
11:00 Break
11:10 La parola ai ragazzi. Presentazione delle attività sperimentali alcuni ragazzi delle classi sperimentali con i loro docenti
11:45 Conclusioni Dir. Ester IANNIS – ISIS “A. Malignani”



giovedì 24 maggio 2012

Spettacolo ''Faccio Nuove Tutte Le Cose'' - 24 Maggio 2012




Carissimi,

vorrei invitarvi allo spettacolo intitolato ''Faccio Nuove Tutte Le Cose'' ideato e realizzato dai ragazzi dell'Oratorio di Pavia di Udine, con la partecipazione straordinaria di alcuni ragazzi dell'Oratorio di Palmanova, che andrà in scena

GIOVEDI' 24 MAGGIO alle ore 20.30 presso il Duomo di PALMANOVA

In allegato trasmetto il volantino.

Si tratta di uno spettacolo multimediale innovativo, merita proprio vederlo! Vi aspettiamo numerosi..e passate parola (magari se ritenete opportuno potreste inoltrarlo a tutti quelli del gruppo di "Camminare Insieme"..)!

un caro saluto,
viviana

mercoledì 16 maggio 2012

Serata informativa sui Nidi Familiari - Venerdi 18 Maggio 2012


Nella Bassa friulana non sono molto conosciuti questi nidi familiari. Per saperne di più la dott.ssa Buzzi presidende dell'associazione di nidi "La gerla" ce ne illustrerà la pedagogia e ci racconterà la sua esperienza come "Tagesmutter".

La signora Michela Sclausero approfondirà l'aspetto istituzionale di questa piccola impresa familiale. Alla fine cercheranno di rispondere a tutte le nostre domande in merito. 

giovedì 3 maggio 2012

Incontro Conclusivo e Pranzo con i sapori dell'Etiopia - Sabato 2 giugno 2012

Sabato 2 giugno, presso l'oratorio con tutte le famiglie al seguito, celebreremo la conclusione di questo ciclo di incontri di Camminare Insieme prima della pausa estiva.

Sarà l'occasione per un pranzo a base di specialità etiopi.

La cucina etiope risente sia della collocazione geografica che della lunga storia e tradizioni del Corno d'Africa.
Per prima cosa è influenzata dalla cultura araba e quindi si vede l'ampio ricorso a spezie come cannella, chiodi di garofano, noce moscata, zafferano, curcuma, cardamomo, peperoncino e coriandolo oltre che l'uso del melograno e del suo succo. Ci sono poi le influenze dell’epoca coloniale a partire dai portoghesi che verosimilmente introdussero nell'Africa Orientale la coltivazione di mais, peperoni, pomodori, peperoncino, agrumi ed ananas, nonché l’allevamento dei suini.

Il piatto forte è lo zighinì, cioè lo spezzatino di carne (pollo, manzo, montone o agnello) cotto in modo lento con cipolla e verdure. Oppure le carni possono venire solo scottate (tibsi) o lasciate crude (kitfo) ma vengono sempre accostate a verdure, soprattutto legumi, come lenticchie, fave e patate. Sulle carni poi si sparge il berberé, ingrediente base della cucina etiope, una miscela a base di cardamomo, cumino, pepe, zenzero e cannella. Tra i piatti tipici c'è  anche il doro wat, uno stufato di pollo cucinato con burro e peperoncino.

Le pietanze sono servite sull’injera, una sorta di piadina morbida prodotta con il teff, un cereale tipico dell’Etiopia e dell’Eritrea.

Per quanto riguarda i dolci, ce n'è uno a base di patate dolci che si chiama yeteqeqqele sikwar dinich (e buona fortuna a pronuncialo bene).

Le bevande sono per lo più aromatizzate con essenze naturali come lo Yetringo t’ej a base di miele e limone, la T’ella birra tipica, la Yebirtukan t’ej aromatizzata all’arancia, il Suff con semi di girasole e la Katikala, nota come la “vodka etiope” perchè ha oltre 35°.

Tuttavia da incoronare è il caffè che in Etiopia si chiama bunna. Secondo la leggenda, il caffè come bevanda fu inventata proprio qui quando un pastore, chiamato Kaldi, mentre portava a pascolare le capre, pare nella regione di Kaffa, queste incontrando una pianta di caffè e cominciarono a mangiare le bacche e a masticare le foglie. Arrivata la notte le capre anziché dormire si misero a vagabondare con energia e vivacità mai espressa fino ad allora. Vedendo questo il pastore ne individuò la ragione e abbrustolì i semi della pianta mangiati dal suo gregge, poi le macinò e ne fece un'infusione, ottenendo il caffè.

In Etiopia i chicchi verdi di caffè vengono tostati sul momento, alle volte con l'aggiunta di cannella e chiodi di garofano e macinati con il pestello fino ad ottenere una sottile polvere che successivamente viene unita all’acqua bollente nella gebenà, la caratteristica caffettiera di argilla nera, e versato in piccole tazzine senza manico dette cini. Questo modo di fare il caffè è un rito importante tanto che la "fare il caffè" è accompagnato dall'accensione di bastoncini di incenso ed è una vera e propria cerimonia (Bunna Cerimony).

Per saperne di più sulla cucina tipica dell'Etiopia cliccate qui e qui (o ci vediamo il 2 giugno!)

lunedì 30 aprile 2012

A Modena da Suor Loredana - 29 Aprile 2012


Aprile 2012: Decisioni e scelte di vita. A cura di Paola e Flavio

In questi ultimi tempi viviamo un periodo forte di decisioni che ci mettono alla prova come genitori, come coppia e come persona singola. Da qui la riflessione su questi temi e sulle scelte di vita che abbiamo fatto.

GENESI CAP. 2, 18-25

Poi il Signore Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche, ma l'uomo non trovò un aiuto che gli fosse simile. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. Allora l'uomo disse:

«Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall'uomo è stata tolta».Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne. Ora tutti e due erano nudi, l'uomo e sua moglie, ma non ne provavano vergogna.


Il racconto esprime in modo figurato che i due sono fatti ‘della stessa materia’, che ciascuno è stato un dono da accogliere; che per vivere insieme e uniti lasciano tutto, anche la famiglia di origine; che pur rimanendo due persone distinte sentono la necessità di diventare una cosa sola. Essere uno non vuol dire ‘diventare uguali’ o fare le stesse cose o far sempre tutto insieme; infatti la donna è detta ‘simile’, non uguale all’uomo; è pari in dignità e opportunità, ma diversa come caratteristiche. L’unità si realizza nell’attuare lo stesso progetto famiglia, che in ogni momento si attua con tante piccole, concrete decisioni prese insieme. Dio ha voluto la coppia come simbolo della relazione. L’uomo è stato creato per la relazione, il dialogo, la condivisione, la reciprocità con altri uomini. La donna non esprime solo l’idea di complementarietà, o di somiglianza e quindi di pari dignità e di uguaglianza Il “tu” che mi sta di fronte mi permette il dialogo “ a tu per tu”. Appare molto espressivo, e a noi piace, questo commento di M. Henry: “ (la donna) non è fatta dalla testa (del suo marito) per non essere superiore a lui, non dai piedi per non essere schiacciata sotto di lui, ma da un suo fianco per essere uguale a lui, sotto il suo braccio per essere protetta, e vicino al suo cuore per essere prediletta” (G.J. WENHAM, Word Biblical Commentary). L’uomo esce dalla solitudine e prende la parola per entrare in dialogo intonando il suo “cantico dei cantici”: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa».

La nostra vita è fatta di decisioni. Ogni giorno decidiamo consapevolmente o no e ci sono decisioni di tutti i tipi: piccole grandi, belle, brutte, facili, difficili, consapevoli, inconsapevoli, sofferte, personali, condivise, accettate, subite, imposte, ragionate, d’istinto, di comodo… decisioni di responsabilità, di tolleranza, di rispetto (a volte anche di rispettare le decisioni altrui). Decisioni che si possono prendere e decisioni che non si devono prendere. Decidere implica una volontà; una responsabilità anche futura. Ci sono piccole e grandi “crisi” che portano a dover decidere e delle decisioni che mandano in crisi portando a loro volta a scelte più sofferte e/o consapevoli. Ci sono modi diversi di affrontare questo tema e difficoltà diverse nel decidere. Ognuno ha un carattere personale, una storia personale e atteggiamenti e inclinazioni diverse dagli altri. Uno può essere più tollerante o accomodante, l’altro più chiuso e selettivo; uno è più risoluto, l’altro più titubante, uno sicuro, l’altro insicuro, impulsivo, riflessivo, ecc… ognuno ha un suo modo e i suoi tempi per decidere.

Io sicuramente non amo le decisioni. Il dover scegliere mi mette ansia. Sono insicura e ho sempre paura di sbagliare. Decido quasi sempre all’ultimo momento riservandomi così la possibilità di cambiare idea, se non nelle questioni urgenti o d’istinto. Capita anche che proprio non decido richiamandomi al destino o al caso… Vorrei spesso che qualcosa o qualcuno decidesse per me e, a volte, è proprio quello che succede perché lascio fare, arrabbiandomi poi quando non condivido qualcosa.

A me non piace molto prendere decisioni, preferisco rimandare il problema fino a quando, per forza di cose, non sono obbligato a trovare una soluzione e quindi poi arrivare a decidere, il più delle volte, di fretta. Sono molto accondiscendente e cerco sempre di mediare nelle decisioni per non fare torto a nessuno, non mi piace essere visto come una persona che vuole avere sempre ragione e l’ultima parola. L’insicurezza e la paura di sbagliare ed essere criticato a volte influenzano il mio modo di fare. Non voglio ferire nessuno per cui spesso cerco una soluzione di comodo che cerchi di accontentare tutti e mi faccia vedere per quello che sono una persona mite e disposta al confronto piuttosto che uno che ordina e pretende.

Ci sono le decisioni che portano a scelte di vita, ad es. il lavoro, la residenza, Il matrimonio, la consacrazione… scelte importanti che tracciano la via da seguire. Nella vita di ognuno ci sono degli incroci importanti, se non fondamentali, in cui bisogna decidere quale strada prendere e poi bisogna proseguire per confermare le scelte fatte o ci si può accorgere di aver sbagliato strada e allora? Decidere di nuovo: mi fermo? Vado avanti? Torno indietro?...

La decisione del matrimonio cambia totalmente la vita nel concreto e anche dal punto di vista più intimo e ideale. Decidere di sposarsi comporta la “decisione” di vivere e di confrontarsi, condividersi, realizzarsi ogni giorno in due e, nella vita a due, le decisioni di coppia sono fondamentali. Noi siamo una coppia perché un giorno ci siamo scelti e abbiamo deciso di continuare la nostra strada insieme. Siamo una coppia cristiana perché abbiamo scelto e deciso questo di fronte a Dio e alla Chiesa. Il Sacramento del nostro Matrimonio lo viviamo ogni giorno e lo concretizziamo con le nostre scelte e le nostre decisioni, grandi e piccole, importanti o meno. Continuamente dobbiamo fare delle scelte per permettere la nostra vita e la vita della nostra famiglia. Tutto questo può sembrare ovvio e banale, ma soffermarsi un attimo a considerare come queste decisioni vengono prese cambia un po’ le cose. È normale decidere insieme per le cose importanti (sposarsi, dove abitare, i figli e la loro educazione e formazione, come gestire il denaro, il tempo libero…), ma si può decidere insieme anche le cose più piccole che possono sembrare non determinanti (chi pulisce la casa, chi cucina, chi lava i piatti, chi si occupa delle spese quotidiane, chi del giardino…)

Ogni giorno siamo chiamati a prendere delle decisioni sulla nostra famiglia, nell’ambito lavorativo, per il futuro, la gestione della casa, dei soldi e molte altre. Se in alcuni campi mi è più logico pensare che spetti a me prendere delle decisioni, soprattutto per quello che riguarda il mio mondo professionale, al contrario se devo decidere riguardo alla famiglia o per le spese della casa credo che la soluzione più logica sia quella di discuterne con te e trovare un accordo. Se sono cose riguardanti le spese per la nostra casa c’è sempre un confronto e una discussione per valutare le varie soluzioni, se invece dobbiamo parlare delle figlie e in particolare di orari di rientro, spese per abbigliamento o altro, allora divento molto deciso e fermo nelle mie prese di posizione, ma alla fine per forza di cose arriviamo a un compromesso e spesso la soluzione che riusciamo a trovare non è gradita, portandoci, specie con Caterina, al conflitto. Non è facile gestire la situazione, ma ci siamo imposti di non cedere sulle nostre decisioni e di mantenere una linea di coerenza su quello che sono i valori che vogliamo dare loro.

È difficile decidere insieme, spesso si crede di farcela da soli. La condivisione e il dono di sé stanno alla base della comunicazione e dell’unità che come coppia ricerchiamo. Il dialogo è la chiave che può aprire tutte le porte; con esso mi apro all’altro col cuore in mano e cerco di comprendere e farmi comprendere. Il dialogo è “fiducia” e “essere con”; è “aver fiducia quando si è insieme all’altro” Il dialogo e la confidenza si completano e si migliorano l’un l’altra e creano l’unione e l’amore. Per decidere insieme allora dobbiamo comunicarci quello che pensiamo, sentiamo, ascoltando la posizione dell’altro per arrivare a una decisione che salvaguarda la relazione. Idealmente è tutto facile, ma nella quotidianità ci possono essere delle situazioni che rovinano tutto questo ad esempio quando capita di decidere da soli senza parlarne con l’altro, quando diamo per scontate le sue opinioni e le sue idee. Quando non vogliamo responsabilità o non ci consideriamo “bravi” e deleghiamo. Quando per vari motivi non siamo proprio convinti delle decisioni, ma acconsentiamo per quieto vivere (ora) ma poi?... Quando dobbiamo decidere subito, con urgenza e escludiamo l’altro …

Da quando ci siamo sposati e abbiamo una famiglia siamo chiamati a prendere le decisioni che ci riguardano insieme, ma non sempre lo facciamo. Essendo di base un’introversa non parlo spesso dei miei dubbi, delle mie paure e di quello che mi succede interiormente. Ci sono delle decisioni che inconsapevolmente si prendono insieme perché abbiamo una stessa linea di pensiero, valori condivisi, ecc… a volte sono così sicura che per te non ci siano problemi che decido anche per te. Mi capita di dare per scontate le tue risposte o di pensare che tanto sei d’accordo con me e di conseguenza decido per tutti e due su eventuali cose da fare o posizioni da prendere. Altre volte la necessità di dare una risposta subito mi fa decidere per entrambi. È anche vero che mi faccio prendere dall’egoismo e se una cosa m’interessa decido io preoccupandomi poi di metterti al corrente. Qualche volta, poi, non approvo le tue decisioni e, all’occasione, ti rinfaccio le tue scelte.

La buona decisione è quella che una volta presa non è più messa in discussione, non è rinfacciata, crea serenità perché è quella che abbiamo preso insieme, meglio che potevamo. La decisione di coppia non è una dimensione così naturale o scontata dello stare insieme. E’ una scelta, un impegno che la coppia prende con se stessa e deve imporsi di rispettare nella convinzione che è soprattutto qui che si vive l’Unità del matrimonio. La qualità del nostro stare insieme non è frutto del caso ma sta nella nostra volontà di sposi.

Domande

Quali ostacoli incontro nel prendere delle decisioni?

Chi decide nella nostra casa?

Quale decisione ho preso senza tener conto di te?

Quali difficoltà incontriamo nel decidere insieme?

Torniamo spesso sulle nostre decisioni?

Qual è l’ultima decisione che abbiamo preso effettivamente insieme?

sabato 21 aprile 2012

"Tutto l'Amore che ho" mostra di Giovanni Gabassi - 26 Aprile - 16 maggio 2012


"Tutto l'amore che ho" 

Giovanni Gabassi (@giogabaxespone 

Inaugurazione GIOVEDI' 26 APRILE ore 18.00 - presentazione critica a cura di Enzo Santese e Alessia Tortolo

La mostra resterà aperta fino al 16 maggio
all'ATELIER DE MARTIN in Borgo Cividale 36/a a PALMANOVA (UD) 

con i seguenti orari: 09.00/12.00 e 15.00/19.00. 

Chiuso mercoledì e domenica